Il Sud che riscopre le sue Origini

Il Sud che riscopre le sue Origini
"Ni son todos los que están, ni están todos los que son" Gli Ebrei del Sud Italia che riscoprono le loro tradizioni di Sefarditi

22 ago 2016

Concerto di Musica Ebraica a Palazzo Venezia

Palazzo Venezia-Napoli
17 settembre ore 20.30 

Concerto di Musica Ebraica con il Duo Sepharad
Angela Yael Amato violino, Alessandro Parfitt violoncello 

Il Duo gia' affermatosi in diversi Festival Internazionali, propone un excursus di musiche Ebraiche della tradizione Sefardita ed Askenazita, tra le piu' belle melodie come l'Hatikva' ed Hava Naghila.
A seguire il concerto una degustazione di cibi con ricette Ebraiche Sefardite dove i musicisti accoglieranno il pubblico descrivendone le ricette originarie e le relative tradizioni.


Il palazzo Venezia è un edificio storico situato a Spaccanapoli nella città di NapoliIl palazzo, che ha vissuto molte vicissitudini nel corso della sua vita, è la testimonianza di un insieme di relazioni politiche ed economiche che mettevano in risalto l'allora repubblica di Venezia con la città NapoliL'edificio è oggi visitabile gratuitamente come appartamento storico offrendo anche mostre permanenti o temporanee di arti minori (presepi, porcellane, pitture ecc.). Ospita stabilmente una rassegna di musica classica concepita per la divulgazione del patrimonio musicale ed il sostentamento delle attività svolte presso il palazzo in forma di autofinanziamento.







17 ago 2016

Pane e Panetti la Tradizione dei Padri

La tradizione dei Padri vuole che essi fossero i garanti dell'osservanza e del tramandare le tradizioni Ebraiche secondo la Torah orale e scritta.

Questo modo di tramandare le tradizioni, cosiddetto orale, deriva dall 'insegnamento di Mose' il quale imparo' direttamente da D-o e lo trasmise al suo Popolo. Come Mose' fecero anche i Padri Zadick della Torah orale, essi erano Gran Rabbini, Sacerdoti e Leviti, e trasmisero la Torah orale ai figli con dedizione ed amore. Erano questi i due principi che garantivano il successo della trasmissione di qualcosa che non fosse scritto, ossia insegnamenti presi dalla Torah ricevuti da Mose'. Da questo nasce la Mishna', l'insegnamento orale che viene trasmesso da Padre in figlio, e da Maestro ad allievo. Per non perdere l'insegnamento della Torah orale, dopo la distruzione del primo Tempio di Gerusalemme, la Torah venne man mano scritta, questo per evitare che andasse perduta, il primo fu Rabbi Yehuda Hanassi.

Tradizioni come la Mishna' potevano trattare dalle piu' complesse situazione a quelle piu' semplici, come ad esempio:

" colui che recita la Tafilla' e sbaglia, e' un brutto segno per lui. E se colui che sbaglia e' un inviato del pubblico, e' un brutto segno per il pubblico che lo ha mandato, perche' l'inviato di qualcuno e' come questo stesso".

Si racconta che Rabbi Chanina ben Dosa' pregava per gli ammalati , e diceva "questo vivra' e questo morira' ". Gli chiesero : da dove lo sai? Rispose loro: "se la mia preghiera e' scorrevole sulla mia bocca , io so che egli e' ben accetto. Se no, io so che egli e' destinato a morire!"

Capitolo 5 Mishna' 5a

E' così che i Padri potevano trasmettere le tradizioni direttamente ai figli ed agli allievi: il loro esempio,  garantiva che essi vivessero nella liberta' e la pace.

Questa immagine descrive quanto indicato di sopra:





Altre tradizioni trasmesse dalla madre erano quelle riguardanti l'ambito famigliare e domestico, queste tradizioni hanno per lo piu' da sempre avuto una trasmissione orale, ossia tradizioni di famiglia. La madre nella casa aveva il compito di vigilare sulla Kasherut, la cucina, con controlli sui cibi ammessi, ed il modo di cucinarli. Oltre a questo la madre insegnava le leggi della purita' alle figlie femmine in particolare, ma anche a quello maschio da piccolo fino a cinque anni almeno, il modo di parlare, l'insegnamento del mantenere la pace famigliare, Shalom, e la pieta' ed accoglienza dello straniero, del povero e del vicino.

Una delle bellissime tradizioni famigliari e quella di fare il pane. Fare il pane e' un'arte che si tramanda e la ricetta puo' cambiare di poco da famiglia a famiglia, gli ingredienti sono gli stessi, ma i dosaggi, il modo di impastare la pasta, e il modo di cucinarla puo' variare.

Antichissime ricette, quasi perdute di come si facesse il pane, le recuperiamo tra gli Ebrei Anusim Sefarditi. La loro cucina e' simile in tutte le parti del mondo, i Sepharad di Izmir e Rohdi possono avere le stesse identiche ricette e esatti modi di cucinarle con gli Anusim Ebrei del Sud Italia, e queste ricette saranno le stesse tra gli Ebrei Sepharad in Messico, Sud America.

E' ovvio che il modo di cucinare, educazione dei figli, tradizioni pratiche nella casa, come il lavaggio delle mani, del volto appena svegli e tante altre, come tradizione orale, trasmesse direttamente da madre a figli, e' potuta rimanere praticamente intatta anche a seguito delle persecuzioni dell'Inquisizione. Laddove il rito, la preghiera, libri scritti e tradizioni esterne alla casa, dovevano necessariamente finire nell'oblio a seguito degli editti e conversioni forzate, ecco che nell'ambito domestico le usanze e tradizioni poterono sopravvivere indisturbate e praticamente intatte.

Gli Ebrei Anusim di origini Kohen sono stati i vincitori, poiche' sapevano trasmettere attraverso la dedizione e l'amore le tradizioni, assicurandosi in tal maniera che mai potessero andare perdute, e così la memoria dell'origine Ebraica, poiche' Kohen e Kohane ( la parte femminile dei Kohen, figlie, mogli ) sapevano trasmettere la Torah orale. Potevano bastare poche indicazioni ben insegnate, in modo da imprimere nella mente del bambino gia' da piccolo immagini, sentimenti, sapori, comportamenti eccetera, da far si che tali tradizioni rimanessero intatte ed indelebili nelle generazioni future: ossia la volonta' di non aver mai abbandonato l'Ebraismo nonostante le forzate Conversioni. E' quindi ovvio che il ritorno di questi Anusim, Ebrei per l'Halacha', e' stato ritenuto, da molti Rabbini, un rientro nelle proprie Comunita' e non un arrivo volontario. E' stato ossia ritenuto che una intenzione forte di rimanere Ebrei, e' quella che distingue gli Anusim Ebrei per l'Halacha' da coloro che sono semplicemente di origini Ebraiche.

Infatti e' da notare che gli Ebrei Anusim di origini Kohanim, non solo secondo l'Halacha' hanno diritto al ritorno, ma una volta "usciti dallo stato di impurit'a", ossia di costrizione, ritornano al loro Status di Kohanim. E' grave offesa non portare rispetto ai Kohen, e quindi margine di possibili disgrazie, per cui il diritto a portargli onore, rispetto, anche se il loro ruolo ormai e' ristretto, dalla distruzione del Tempio, alla sola possibilita' di " benedizioni". Le loro radici profonde nell'Ebraismo, e nel rispetto delle regole li obbliga a rispettare la Torah, anche nello stato di costrizione. Ed essendo ben a conoscenza delle Mizvoth essi le mantengono, ed hanno mantenute, secondo i principi Rabbinici che, pur in stato di costrizione, non rendevano invalide le Mizvoth, ossia celatamente, ma comunque esistenti, per cui in fine valide affinche' ci potesse essere un futuro ritorno alla Nazione Ebraica. 

Bisogna ricordare che la maggior parte dei Sefarditi della penisola Iberica, al 90% dopo la guerra furono deportati nei campi di concentramento, e che l'unico motivo valido per cui gli Anusim del Sud Italia, ( coloro che a causa della poverta' dopo l'Inquisizione, essendosi praticamente nascosti in luoghi molto remoti della Calabria, Campania, Puglia e Sicilia ), e' che furono messi in "ibernazione" dai Padri e da Hashem, essendo questi i parenti di coloro che oggi non ci sono piu',  per far si che queste tradizioni antichissime di Ebrei Sephardi non andassero perdute e nell'oblio.

E' fondamentale, quindi, ricostruire queste tradizioni, e far si che vengano ancora tramandate di padre in figlio come nel modo antico.