Il Sud che riscopre le sue Origini

Il Sud che riscopre le sue Origini
"Ni son todos los que están, ni están todos los que son" Gli Ebrei del Sud Italia che riscoprono le loro tradizioni di Sefarditi

3 gen 2013

Tu-bishvat tutt'oggi una Festa degli Ebrei Sefarditi Anusim
בית ספרד

Un giorno quando entrai nella classe mi diedero il registro, ero nuova come docente nella scuola e sebbene quei luoghi mi sono familiari non sapevo fino a che punto potesse esser vero ricevere prove scritte di quanto la memoria degli Ebrei Anusim proprio in quel villaggio fosse preservata. Nel registro trovai tutti nomi e cognomi identici, cognomi uguali con nomi e cognomi Ebraici di origine Spagnola. Fu inverosimile e quasi incredula andai a controllare anche i registri di altre classi, e non vi fu dubbio, erano anche quelli con gli stessi nomi e cognomi. Avevo sempre sentito dire che queste fossero tradizioni tipiche solo ai paesini di quelle zone, siamo vicino la Penisola Sorrentina, presso Napoli e che la tradizione volesse che costoro ancora sposassero persone dello stesso villaggio e al massimo quello piu' vicino. L'educazione di questi ragazzi, non era quella tradizionale che si vede in giro, ed essendo io una insegnante di musica notai subito come la cantillazione del solfeggio fosse intonata sulla melodia Sefardita e non fosse un semplice esercizio.


Dopo anni di attenzione e ricerca ed avendo passato molto tempo anche a Londra a Golders Green, notai che similitudini legavano ancor piu' le tradizioni di Kasherut, di Educazione dei ragazzi, la Famiglia e lo studio in generale. Ma subito mi resi conto che non era quella la radice originale di quelle tradizioni. Esse infatti venivano si dalla Spagna, ma avevano con se anche la tradizione Greca, Turca, e comunque era ancor piu' antica di quella che esisteva a Londra. Sicuramente questi Ebrei avevano le tradizioni delle Comunita' che emigrarono ad Izmir, Rodes, Salonicco provenendo dalla Spagna e dal Portogallo, e sicuramente non era Magrebina, ossia proveniente dai paesi dell'Arabia se non in minima parte che attraverso la Sicilia ebbe degli afflussi dall'Africa del Nord, ed era questa la piu' netta differenza, ma era anche il motivo per il quale così difficilmente riuscii a trovare Comunita' Ebraiche che avessero questo stesso tipo di tradizioni.


Negare l'evidenza dei fatti sarebbe stato quasi impossibile, sebbene a dare la prova del nove furono due altre evidenze, non solo il mantenimento dei nomi e la tradizione di sposarsi nel proprio ceppo familiare, ma tradizioni che tipicamente dei Conversos Iberici, servivano a dare un certo tipo di educazione e servivano a riconoscersi l'un l'altro: la Kasherut e la cucina Sefardita, e le tradizioni delle osservanze delle Feste, incluso l'accensione delle candele di Shabat, e delle Preghiere dove molto spesso troviamo rudimentali tefillin ancora in uso, o tradizioni del mattino, come Netillat Yadaim prima della preghiera, che indica una chiara tradizione Rabbinica. Il pensiero tipico, sul bene comune e la vita di Comunita', e' parte integrante dell'educazione, e il rispetto per la famiglia fondata sull'amore perche' se ne riconosce il bene dal Signore fa si che questi bambini fin dalla nascita sono visti come delle piccole piante, che un giorno diventeranno degli alberi e daranno nuovi frutti. E la tradizione di piantare un albero a inizio febbraio per ogni nato, in questa zona e' viva. Tu-bishvat. E' questa una Festa degli Ebrei Anusim, l'hanno preservata come tante altre nella loro tradizione. E come per miracolo, la portano in giro tra le persone del villaggio, fanno doni agli insegnanti con i piu' bei dolci di mandorle, di noci, portano doni con fichi secchi ripieni di noci, e la tradizionale bevanda di limoncello o nocillo, che fanno loro stessi a mano tramandandosi la ricetta delle nonne. Vi sono infatti in queste ricette, tutti i ricordi che venivano dalla Spagna, e non le hanno mai abbandonate. la cosa piu' sorprendente e' che questi villaggi, non hanno prodotti che vengono da fuori, sono loro i produttori, dalla terra al prodotto, e tutto rispetta i vecchi canoni che per secoli hanno portato fino ai giorni nostri. Molte case hanno giardini pieni di melograni, ed alberi di mandorle, oltre agli ulivi, noci e fichi, segno questo che questi prodotti di base sono da loro stessi prodotti e controllati tutt'ora. Del resto va da se' che come a Serrastretta in Calabria, esiste tutt'oggi la produzione e la piu' grossa esportazione di castagna e farina di castagne, anche quì nella zona Sorrentina esiste la piu' ampia produzione ed esportazione di limoni, noci, mandorle olio di oliva e fichi, uva passa, uva e pinoli.


Il rito tra gli Ebrei Anusim, non poteva essere mantenuto se non attraverso queste tradizioni, che altro non sono che una trasmissione nella Comunita' del messaggio piu' importante di Tu-bishvat, ossia che da un seme sano nasce un albero nuovo e da questi vi sara' attraverso i suoi frutti la continuazione delle generazioni future. Questa Mizvah come altre gli Anusim l'hanno integralmente mantenuta, adempiendo al fatto che e' Ebreo chi nasce Ebreo e riceve una educazione Ebraica. Da centinaia di anni questi Anusim, sposati nelle stesse famiglie, hanno trasmesso l' Educazione Ebraica e le tradizioni Sefardite dei loro Padri. Difatti rimane Ebreo anche chi non sappia apertamente di esserlo, che adempie alle Mizvoth e che nasce Anusim. Oltre al precedente, questo e' un altro significato di T-bishvat, ed e' chiarissimo nelle testimonianze Halachiche di Rabbi Yosef Karo e Rav Aaron Soloveichik. Un seme di cedro che nasce tale, rimane tale anche se lo dovessero chiamare limone per errore.  Purtroppo oggigiorno gli Anusim sono spesso molto discriminati da Religiosi, che non li accettano e non riconoscono che sono veramente Ebrei. Bisogna mettere in luce che si tratta di persone che hanno gia' sofferto abbastanza perseguitati per generazioni, e non e' cosa giusta questa di non includerli e dare loro così poca considerazione. Bisognerebbe che tutti capiscano che gli Anusim devono pur poter fare Ritorno alle loro Comunita' e che simili discriminazioni non sono affatto giuste. Così come a Maiorca i Rabbini hanno accettato gli Anusim come Ebrei facendoli ritornare senza la conversione, ed e' questo percorso che da' il giusto esempio. Halachicamente non e' possibile convertire chi e' Ebreo, infatti l' Halacha impedisce di convertire gli Anusim, mentre e' possibile un processo che li incoraggi al loro Ritorno, ed al recupero delle loro antiche tradizioni ed osservanze, senza le quali non ritornerebbero, inquanto in tal modo perderebbero la propria identita' abbandonando le tradizioni dei loro padri che sono piu' antiche e preziose di quelle attuali, e che stesso l'Halacha vieta di fare, ossia abbandonarle. Dunque per dare il benvenuto agli Anusim, ci vogliono Rabbini Sefarditi di tradizione Spagnola ed Ebrei che hanno la stessa loro storia e tradizioni che risalgono all'Inquisizione, mentre Rabbini di tradizioni differenti dovrebbero chiedersi se sono in grado di rispondere alla domanda: chi e' Anusim, poiche' la gran parte ovviamente non sapra' rispondere, e si allontanera' sempre piu' da cio' che e' la Normativa che si applica al Ritorno degli Anusim Iberici, incluso il diritto a ritornare alle loro tradizioni di Koanim là dove fossero le loro origini. Il non riconoscimento di ciò anche e' vietato dall'Halacha', che prevede un diritto recuperabile secondo i meriti anche passati, che contano nel nostro patrimonio individuale. T-bishvat infine ci insegna che non e' possibile cambiare un seme di un frutto, se la sua identita' originaria non lo consente, e quindi la natura da all'albero lo stesso frutto che appartiene al seme e viceversa: tutti e due hanno radici sia in cielo che in terra, dove la differenza sta nel seme da cui proviene  quell'albero che puo' essere di due tipologie: ‘ets perì, alberi da frutto, cioe' alberi che fruttano, oppure ‘etz ‘osè perì, ossia alberi che fanno frutti.


I Giardini dei Melograni
בית ספרד


Tu B'Shvat 
Tu B'Shevat (in Hebrew)
Anno Ebraico  5773: dal tramonto del 25, 2013 - al tramonto del 26, 2013


Ci sono alcune abitudini o osservanze relative a questa festa. Una usanza è quello di mangiare un frutto nuovo in questo giorno, o mangiare da sette specie (shivat haminim) descritti nella Bibbia che erano come si racconta abbondanti nella terra di Israele. Il Haminim Shivat sono: frumento, orzo, uva (vite), fichi, melograni, olive e datteri (miele) (Deut. 8:8). Si può fare una ricetta vegetariana dal haminim shivat: con grano cotto o chicchi di grano e orzo, condita con fichi, datteri, uvetta (uva), e semi di melograno, servito con una salsa di olio d'oliva, aceto balsamico (uva) e succo di melograno.

Alcuni hanno tradizioni di piantare alberi in questo giorno.  Nel 16 ° secolo, cabalisti, iniziarono un seder rituale concettualmente simile alla (Pasqua) seder di Pesach, discutendo il significato spirituale dei frutti e del haminim shivat. Questa usanza si diffuse soprattutto nelle comunità Sefardite, ma negli ultimi anni è in uso anche tra gli ashkenaziti. 

Messaggio di T-Bishvat di Rabbi Barbara Irit Aiello

Come ricordare Tu-bishvat:              
  1. chi lo desidera cerchi il testo del Seder, reperibile in libreria, e lo segua procurandosi tutti gli ingredienti necessari (vini e frutta), o si unisca ad amici che già sono organizzati per farlo.
  2. In ogni caso non si trascuri la tradizione di mangiare frutta di specie diverse, almeno in un pasto della giornata. È importante mangiare e benedire. Quando si mangia frutta, prima si recita la benedizione borè perì ha’etz, (Creatore del frutto dell’albero) che in questo momento assume un significato speciale. La benedizione si recita anche se si mangia frutta durante il pasto, e si è già detto l’hamotzì. Dopo aver mangiato, se il pasto comprendeva il pane, con la birkat hamazon si esce d’obbligo. Chi invece ha mangiato solo frutta recita alla fine una benedizione speciale: ‘al ha’etz we’al perì ha’etz ecc. per uva, fichi, melograno, olive datteri; borè nefashòt per tutte le altre (i testi sono stampati nelle tefillot e nei comuni birkhonim).
Riccardo Di Segni______________________
Fonte: www.torah.it

Parasha’ della Settimana-Shemot
Esodo 1,1 - 6,1