Il Sud che riscopre le sue Origini

Il Sud che riscopre le sue Origini
"Ni son todos los que están, ni están todos los que son" Gli Ebrei del Sud Italia che riscoprono le loro tradizioni di Sefarditi

30 nov 2012

Shabat

בית ספרד
Shabat-שבת
Tra le Feste Ebraiche lo Shabat-שבת e' quello che si ritiene di maggior importanza, e' infatti considerata la Festa principale per l'osservanza Ebraica. Naturalmente dedicata al riposo, alla famiglia ed al riconoscimento del fatto che un giorno a settimana si riconosca che il Signore "decide" e non noi attraverso i nostri sforzi, le nostre fatiche o volonta'. Un giorno in cui ci si dedica a Lui ed alla riconoscenza per tutto cio' che riceviamo durante i giorni feriali. Lo Shabat indica la separazione dal mondo reale di tutti i giorni e quello spirituale, ossia che non si puo' avere una buona vita se una parte di essa non sia anche dedicata a parte di noi, ossia il nostro spirito ed il nostro legame con chi ci ha messo al mondo. Riconoscere che una volonta' superiore  e' al di sopra delle nostre capacita' e delle nostre decisioni, significa essere umili e osservanti delle leggi, poiche' non tutto ci e' dovuto e perche' non tutto possiamo capire.

Per gli Ebrei conta tutto cio' che si fa con le intenzioni giuste, con coscienza e non meccanicamente. Spesso anche questo non viene considerato, ossia la sincerita' con cui ci poniamo nei confronti del prossimo, di noi stessi e del Signore. Hashem ha dato a questo mondo i mezzi per vivere pacificamente, e questo conta anche nello Shabat. Infatti si dice Sabat Shalom il giorno della Pace, ossia Sabato di Pace.

27 nov 2012

Cristobal De Colon

Un uomo dall' identita' nascosta


Nel suo intento di portare il Cristianesimo nelle Americhe, Cristoforo Colombo, con il suo nome Spagnolo, Cristobal De Colon, era un Ebreo che nascose la sua identita' con la finalita' di portare in salvo tutti gli Ebrei che pote' portare oltremare. Sono molte le Mizvoth che gli Ebrei Iberici poterono compiere dopo la loro costrizione al Cristianesimo imposta dall'Inquisizione, sebbene quella di Cristobal andava oltre le normali possibilita' di un uomo, ed egli era certamente cosciente della sua missione e delle sue responsabilita' nei confronti del Popolo Ebraico. Una tale lungimiranza ed intelligenza nel saper agire senza esser compreso prima di poter compiere il suo  "mandato"  denota anche una fortissima fede, che naturalmente lo ha accompagnato nella missione fino alla fine. Gli Ebrei come Colombo si riconoscevano a pelle, non dovevano mai esibire documenti o esprimere apertamente la loro identita', ne' mai e poi mai ammettere la loro vera discendenza, questa era la prassi. 


La Flotta di Cristoforo Colombo

Loro i Sefarditi Iberici scappati all'Inquisizione, si riconoscevano dal comportamento e da tradizioni ebraiche che mantenevano invisibilmente agli occhi dei Cristiani. Questa invisibilita' era la tipicita' dei loro "costumi" familiari che pero' apparteneva solo a loro, e che agli occhi dei Cristiani poteva tranquillamente sembrare una usanza familiare che non avesse nulla a che vedere con l'Ebraismo, infatti così doveva essere, sebbene in esse fosse cristallizzata una osservanza che mantenesse tutti i canoni rituali secondo le prescrizioni Rabbiniche.  Colombo non fu mai scoperto per la sua vera identita' il suo fine non era vivere apertamente, ma salvare le generazioni future, era quella la Mizvah che doveva portare a termine, ed in questo fu esemplare poiche' grazie alla sua missione Ebrei per generazioni si sono potuti salvare, non solo quelli della Diaspora Ispanica ma anche tutte le generazioni successive. Come possiamo non ricordare che Cristobal fosse Ebreo, ed anche se non apertamente osservante, questo non ha potuto evitare comunque di ottenere il merito di entrare tra gli Zadik della storia Ebraica.





Cristovao de Colon ( il suo vero nome era Portoghese )
il nome Spagnolo era Cristobal ma fu Italianizzato molto probabilmente poiche' al Papa non piaceva che fosse un "Portoghese" ossia Ebreo a scoprire l'America!!!

בית ספרד

18 nov 2012

Comunita' Sefardite nel Mondo Europeo

בית ספרד

Comunita' Sefardite nel Mondo Europeo



Erano detti sefarditi (dall'ebraico ספרד Sefarad, "Spagna") gli ebrei abitanti la penisola iberica. Nel Tanach, l'insieme dei libri che compongono la bibbia ebraica, nel libro di Ovadia, (Haftarà di Vaishlah) e solo qui in tutto il Tanach, troviamo il termine Sepharad per indicare una non meglio identificata città vicino-orientale Quella ebraica spagnola fu una comunità molto prospera e - dopo la dura parentesi visigotica - essa poté operare fruttuosamente per numerosi secoli grazie alle sostanzialmente favorevoli condizioni di vita garantite dai musulmani che conquistarono il paese iberico ai primi dell'VIII secolo. Era tale l'intesa fra ebrei e musulmani in al-Andalus da far parlare di "complicità" i cristiani che, sovente, accusarono gli ebrei di aver favorito la conquista islamica per odio nei confronti dei loro persecutori visigoti.




Dopo la Reconquista iberica, conclusasi nel 1492, gli ebrei vengono espulsi, per opera dei Cattolicissimi Reali Isabella I di Castiglia e Ferdinando II di Aragona, dal neonato stato spagnolo e dai territori ad esso soggetti (quale la Sicilia), disperdendosi in Italia, nei Balcani, e in tutto il bacino del Mediterraneo, venendo accolti dalle comunità ebraiche ivi già residenti, in particolare nel Maghreb e nell'Impero Ottomano, grazie alla politica tollerante attuata da governanti musulmani. Alcuni hanno fatto notare che i rabbini lanciarono un grave cherem alla Spagna, un anatema, secondo il quale dopo quattro secoli una terribile minaccia fratricida sarebbe gravata sugli spagnoli, e che dopo circa quattro secoli (in realtà 450 anni) la guerra civile spagnola con la dittatura franchista avrebbe rappresentato la realizzazione di tale maledizione.[1] Infatti fu proprio Francisco Franco a revocare l'Editto di Granada che aveva sancito l'espulsione degli ebrei nel 1492, rimasto in vigore per mezzo millennio. La grande immigrazione degli ebrei sefarditi nel neonato stato di Israele avvenne principalmente dal 1948, in seguito alla cosiddetta guerra d'indipendenza israeliana, a causa delle crescenti tensioni nei territori mussulmani provocati dal conflitto arabo-israeliano. L'ingresso dei sefarditi in Israele, allora prevalentemente meta d'immigrazione di ebrei aschenaziti, provocò lo sviluppo del bipolarismo israeliano, formato dalla sinistra laburista e azkenazita e dalla destra sefardita. Durante i secoli conservarono una varietà del castigliano chiamato giudeo-spagnolo, che si sviluppò in modo isolato rispetto allo spagnolo della Spagna e dell'America. Il termine Nusakh Sepharad non si riferisce alla liturgia che si recita di solito tra i sefarditi, ma a una liturgia europea alternativa che è utilizzata da moltichassidim. Tradizionalmente, i sefarditi utilizzano la Nusakh Eidot Hamizrach per pregare (liturgia delle congregazioni "d'Oriente") anch'essa conosciuta col nome, per maggior confusione, Nusakh Sefardi.Con l'espulsione in massa dei sefarditi dalla penisola iberica, sorse il problema dell'accoglienza da parte dei fratelli correligionari e del confronto tra le varie realtà ebraiche. Joseph Roth, con la sferzante ironia che gli è propria, asserisce che, seppure può esser capitato che un sefardita abbia sposato un'askenazita, mai e poi mai si vedrà un sefardita a fianco di un ebreo dell'Europa orientale. Questo a significare quanto le differenze tra questi gruppi siano alquanto marcate. Così non fu invece nei riguardi dei mizrahi vicino-orientali, assai prossimi sotto il profilo culturale. Per tale motivo sefarditi e mizrachi sono stati a lungo confusi. Ancora adesso, la parola sefardí indica anche gli ebrei dei paesi del Vicino Oriente, in particolare YemenIraq e Iran. In Grecia gli ospiti furono i Romanioti, di più antiche tradizioni. Ma l'orgoglio sefardita portò i primi a fondersi con i sopravvenuti, che, da parte loro, acquisirono la parlata greco-ebraica yevanic.

La storia degli ebrei a Salonicco ha origine fino dal primo secolo dell'era volgare. La città di Salonicco ospitava, fino alla seconda guerra mondiale, un'importante comunità ebrea di origine sefardita. È l'unico esempio conosciuto nella diaspora ebraica dove una città di tale grandezza ha conservato una maggioranza di popolazione ebraica per più secoli. Arrivati principalmente a seguito dell'espulsione dalla Spagna nel 1492 (Decreto di Alhambra), gli ebrei sono indissolubilmente legati alla storia di Salonicco e l'influsso di questa comunità tanto sul piano culturale quanto su quello economico si è fatto sentire in tutto il mondo sefardita. La comunità ha conosciuto un'età dell'oro nel XVI secolo, seguita da un declino relativo fino alla metà del XIX secolo, epoca in cui ha iniziato un'importante modernizzazione, sia economica che culturale. Essa ha preso un corso tragico in seguito all'applicazione della soluzione finale del regime nazista, che si è tradotto nella eliminazione fisica della stragrande maggioranza dei membri della comunità.

L' Isola di Rodi

Per secoli l'isola di Rodi ebbe un'importante comunità ebraica. Si trattava soprattutto di ebrei che erano stati espulsi dalla Spagna e che parlavano il ladino. Durante la seconda guerra mondiale, fino all'estate del 1943 Rodi rimase sotto il controllo del governo italiano, il quale, pur avendo emanato già nel 1938 le leggi razziali, non mise in pratica nessun atto violento verso la comunità ebraica, che non venne pertanto deportata nonostante le incessanti pressioni tedesche. In seguito alla caduta del governo fascista e all'armistizio stipulato dall'Italia con gli Alleati, le forze naziste occuparono l'isola, procedendo poi nel1944 all'arresto ed alla deportazione gli Ebrei, che ormai non potevano più godere della protezione italiana. Alla fine del conflitto, fra i pochi superstiti allo sterminio nei lager, solo alcuni decisero di far ritorno nell'isola. Essi aprirono in memoria, un importante museo chiamato il "Museo degli Ebrei di Rodi".Il più importante tra i superstiti fu Samuele Modiano (Detto "Sami").




Le colonie delle repubbliche marinare in Oriente[modifica]

La Repubblica di Genova e la Repubblica di Venezia, ai tempi delle crociate, crearono numerose ed importanti colonie nei territori bizantini. Anche la Repubblica di Pisa, il Ducato di Amalfi, la Repubblica di Ancona[2], il Ducato di Gaeta ebbero colonie commerciali a Costantinopoli e in altri porti dell'Impero d'Oriente. Oltre quelle delle repubbliche marinare, vanno ricordate le colonie del Regno di NapoliGenova e la Venezia crearono a Costantinopoli popolosi "quartieri" di circa 60.000 abitanti, ma già nel 1182 furono oggetto di un massacro, da parte dei bizantini[3]. La presenza "latina", peraltro, si reintegrò dopo la Quarta crociata (1204), "sponsorizzata" dai veneziani, che portò alla conquista cattolica di Costantinopoli.Vi erano colonie genovesi in Anatolia (Smirne, Trebisonda e altre), nell'Egeo (Chios, Mitilene e altre), in PalestinaLibano (Acri) e a Costantinopoli (Pera, Galata), come pure colonie veneziane a CretaRodiCipro e Negroponte.

A Costantinopoli esistevano il "quartiere" genovese, veneziano, pisano ed amalfitano, situati difronte a Pera
« Alle "colonie" genovesi e veneziane distribuite nelle principali città greche e dell'Asia Minore, ma anche in altre parti dell'Impero d'Oriente, costituite da mercanti, artigiani e banchieri, facevano riscontro... l'esistenza di quartieri o anche solo di strade che i mercanti delle due repubbliche marinare avevano ottenuto come feudi nei principali centri commerciali dell' Impero ottomano. I più noti di tali gruppi sono quelli nell'Egeo, a Salonicco, a Chio, a Creta e, in Asia Minore, a Costantinopoli e a Smirne, per i quali già a fine ottocento si distingueva fra un nucleo immigrato di recente e quello "indigeno o storico", discendente dagli insediamenti genovesi e veneziani dell'epoca delle repubbliche marinare. L'importante comunità genovese e veneziana, che risiedeva dal XIV secolo a Istanbul nel quartiere di Galata, sarebbe stata ben riconoscibile agli occhi dei visitatori ancora alla fine del seicento. A questi gruppi andava sommato il contingente degli ebrei sefarditi giunti da Livorno nel Settecento, i francos, spesso sotto la protezione dei consoli francesi.[4] »


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Sefarad Trio



Dal Concerto di Sukkot-Napoli Vomero Notte 2012



בית ספרד

11 nov 2012

Bruch o Baruch come Bach o Baruch


Max Bruch (Colonia6 gennaio 1838 – Friedenau2 ottobre 1920

è stato un compositore e direttore d'orchestra tedesco. Studiò con Carl ReineckeFerdinand Breuning e Ferdinand Hiller. Fu un celebre direttore d'orchestra e compì numerose tournées negli Stati Uniti e in Russia. Fu direttore stabile a Coblenza dal 1865 al 1867, a Berlino dal 1878 al 1880, a Liverpool dal 1880 al 1883, a Breslavia dal 1883 al 1890. Dal 1890 al 1911 ottenne la cattedra di composizione presso l'Accademia di Berlino ed ebbe tra i suoi allievi Ottorino Respighi. Mentre la sua produzione strumentale ebbe un successo grandissimo, non altrettanta fortuna ebbero i suoi lavori teatrali. Fu un esponente del tardo romanticismo musicale tedesco all'interno del quale manifestò tendenze conservatrici. Si tenne lontano dalle nuove esperienze di Franz LisztRichard Wagner e Johannes Brahms per rifarsi piuttosto ai modelli mendelssonhiani che molto amava. La sua fama è oggi legata al famoso Concerto per violino e orchestra op. 26 che scrisse trentenne e alle variazioni Kol Nidrei per violoncello e orchestra, ispirate a melodie ebraiche risalenti al VII-VIII secolo.

Max Bruch 1° tempo, concerto in Sol minore 




Violinista Yael Amato



Yael Angela Amato 
Carmela Fiorile 



Ensemble Musicale Sirenide
presso Pacognano-Moiano di Vico Equense


בית ספרד

3 nov 2012

Rabbi Leone da Modena: Ebrei Sefarditi Iberici-una cosa la Religione una cosa l'Osservanza

בית ספרד

Historia de' Riti Hebraici- Rabbi Leone da Modena




I Riti degli Ebrei Sefarditi Iberici indicano una propensione all'osservanza che si distingue dall'essere religiosi. Rabbi Leone da Modena scritto sull' Historia de' Riti Hebraici, indica come l'osservanza piu' alta consiste nell'acquisizione di un sistema prima di tutto logico, ma anche molto semplice, cosa che garantiva a ogni Ebreo Sefardita Ispanico di seguire i precetti. Tipicamente scientifica, la mentalita' dei Sefarditi Iberici porta con se' l'insegnamento di grandi Maestri che sapevano legiferare ed interpretare il significato del vivere una vita Ebraica per tutti con la piu' profonda osservanza, non meccanica ma sempre viva. E' proprio da scritti come questo che riusciamo a capire che il vero equilibrio vitale nell'uomo sta nel trovare la giusta via tra il modo pratico ed i sentimenti in esso contenuti. Un'osservanza così semplificata fino alla linearita', nasconde oltremodo un sentimento profondo di non eccedere nelle tradizioni ma di osservarle nel loro stato originale senza una eccessiva interpretazione. Nella vita cio' che e' semplice lontano dalla mano dell'uomo, e' certamente piu' vicino al Signore. Era questa l'Osservanza dei Sefarditi Ispanici, che li ha resi apparentemente poco religiosi, questo perche' il loro fine era di rimanere piu' osservanti.

Sabado 3 de Noviembre de 2012 - 18 Cheshvan 5773 -20.30 hr                                                                                                 






Leone da Modena , anche Leon Modena o in ebraico traslitt.Yehudah Aryeh Mi-modena (in ebraico: יהודה אריה ממודנה ) (Venezia1571 – 1648) era uno studioso ebreo discendente da nota famiglia francese, che era emigrata in Italia dopo l'espulsione degli ebrei dalla Francia.


Rabbino e scrittore, di famiglia ebraica ferrarese, trasferitasi a Venezia per il terremoto del 1570, Leone da Modena fu ricondotto a Ferrara dove fu un fanciullo prodigio, lettore in sinagoga di brani profetici dall'età di due anni e mezzo. Benché insegnasse a Ferrara e altrove, restò sempre particolarmente legato a Venezia, dove trascorse la maggior parte della sua vita. Ebbe vita burrascosa condizionata dai debiti come appare dalla sua autobiografia Chaye Jehuda. Studiò e presentò l'ebraismo con obiettività e con senso storico, precorrendo di due secoli i fautori della “scienza del giudaismo”. Tra le sue opere: Scudo e targa, in ebraico, confutazione di una serie di argomenti contro la tradizione rabbinica sollevata da Uriel Acosta; Historia de' riti hebraici, esposizione del modo di pensare e di vivere degli Ebrei, per informare uno studioso cristiano, e numerosi epitaffi.